giovedì 26 maggio 2011

Perdoni dottoressa perché ho (già) peccato

Confesso. A meno di tre giorni dal tagliando ponderale dalla dietista, ieri sera ho sgarrato abbondantemente. In questi casi ci si costruisce un alibi di ferro, che nel caso specifico è: "è venuta a trovarmi mia nipote, non era mai stata a Verona, l'ho portata fuori a cena; era pertanto doveroso condividere con lei, nel segno dell'ospitalità, un pezzo forte della cucina locale e aiutarla a terminare un dolce". In sintesi estrema: bigoli col musso e un tiramisù in due. Come se non bastasse, stamattina accompagnandola in stazione è stato altrettanto doveroso farle conoscere la mia amica pasticcera, le sue brioches, i suoi risini.

Così stasera tocca compensare. Ecco dunque un'orata cotta al vapore - anzi, al Varoma (nel bimby con aglio, limone, timo limone), accessoriata da qualche spunto creativo.
Per rendere meno triste il pesce al vapore ecco dunque scorza di limone caramellata e timo limone dell'orto pensile. Per condire un filo di grignano, sale grosso agli agrumi, petali di calendula comprati ancora tempo fa alla manifestazione erboristica di Brentonico.

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